Campo visivo computerizzato

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La finalità dell’esame del campo visivo consiste nella misurazione della porzione di spazio che il paziente è in grado di osservare, focalizzando lo sguardo davanti a sé. Ciò consente di quantificare la sensibilità retinica agli stimoli luminosi, rilevandone gli eventuali difetti assoluti e relativi.

Che cos’è il campo visivo computerizzato?

È la porzione di spazio che il paziente è in grado di osservare focalizzando lo sguardo di fronte a sé. Infatti quando guardiamo una persona o un oggetto, seppur mettiamo a fuoco solamente quella immagine, il nostro occhio è in grado di percepire un’area più ampia definita appunto campo visivo. Patologie degenerative del nervo ottico quali il glaucoma possono provocare dei difetti del campo visivo pur mantenendo, almeno nelle fasi iniziali, una buona acuità visiva centrale

In cosa consiste la misurazione del campo visivo?

L’esame del campo visivo computerizzato (campimetria) è un indagine diagnostica non invasiva che permette di identificare alterazioni della sensibilità retinica e  a alterazioni a carico del nervo ottico.

Il paziente viene fatto accomodare di fronte ad una cupola bianca e viene invitato a fissare per tutto il tempo dell’esame delle lucine centrali. Durante l’esame, all’interno della cupola si accederanno delle piccole luci bianche di diversa intensità che il paziente dovrà segnalare premendo un apposito pulsante. L’esame viene eseguito un occhio per volta ed ha una durata complessiva di circa 20 minuti.

Poiché l’esame richiede una certa curva di apprendimento, è possibile che l’esame risulti inattendibile e che quindi debba essere ripetuto

Perchè si effettua l’esame del campo visivo?

La campimetria è un esame fondamentale per la diagnosi ed il follow up dei pazienti affetti da glaucoma. Infatti l’esecuzione periodica di tale esame (1-2 volte all’anno) consente  il monitoraggio preciso dell’evoluzione della malattia.

Viene inoltre utilizzato nella valutazione delle alterazioni del campo visivo in presenza di malattie neurologiche( es: neuriti ottiche, edema della papilla), in corso di patologie cerebrovascolari di tipo ischemico, in caso di tumori cerebrali che provocano una compressione sulle vie ottiche nonche in caso di alterazioni aspecifiche improvvise o graduali del campo visivo

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Autore dell'articolo

Dott. Alessandro Macchi

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Vanta una grandissima esperienza nell’oftalmologia generale con particolare interesse nella diagnostica e chirurgia del segmento anteriore e nella terapia laser del segmento anteriore e posteriore.

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